1 Νοε 2015

OMICIDIO STRADALE : IL TEMPO DELL'IMPUNITA' NON È’ FINITO

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OMICIDIO STRADALE : IL TEMPO DELL'IMPUNITA' NON È’ FINITO  
L’AIFVS, già nel 2010 aveva promosso un convegno nazionale per discutere la proposta di legge C. 3274 che prevedeva incrementi di pena per le condotte colpose aggravate da guida in stato psicofisico alterato da alcol o droga o da guida azzardata e temeraria; nel 2012, nella Conferenza Nazionale sulla “Riforma dell’omicidio stradale”, aveva precisato tali condotte, diffondendo successivamente il contributo agli organi politici interessati. Il testo puntava su modifiche migliorative dell’art. 589 c.p., prevedendo un livello di colpa semplice, con pene da 4 a 7 anni, ed un livello di colpa aggravata con il minimo elevato, onde evitare l’impunità. Tenuto conto che nell’omicidio colposo la trasgressione delle norme è deliberatamente decisa dal reo, ne consegue che non può esserci più impunità per chi, con tali condotte, distrugge i diritti inviolabili alla vita ed alla salute.Era questo il forte segnale di cambiamento che aspettavamo da un nuovo testo di legge.
Pertanto l’AIFVS, pur se apprezza lo sforzo compiuto perché il reato colposo non sia più considerato di serie B, tuttavia rileva che permangono nel ddl C 3169 delle criticità che azzoppano il segnale di cambiamento atteso, e ci fanno affermare che il tempo dell’impunità non è ancora finito. Infatti sono previste pene da 8 a 12 anni solo per chi guida in stato psicofisico alterato da alcol superiore ad 1,5 g/l o sostanze stupefacenti; per tutte le altre condotte – stato di ebbrezza alcolica da 0,8 ad 1,5g/l ed altre condotte pericolose indicate nel testo – le pene sono da 5 a 10 anni; permane, inoltre, la pena da 2 a 7 anni per la colpa lieve. In definitiva, tra sconti di pena, attenuanti generiche e concorso di colpa della vittima, l’impunità è assicurata. La legge prevede infatti il dimezzamento automatico della pena nel caso in cui venga riconosciuto il concorso di colpa della vittima. Un automatismo scandaloso che avvantaggia l’imputato: ad esempio, a fronte di un eventuale concorso di colpa del 20% della vittima viene garantito all’imputato il 50% della riduzione della pena!! Un meccanismo destinato ad inasprire ancora di più il processo e a rendere la vittima sempre più vittima.
Inoltre, si resta sconcertati nel riscontrare ancora l’applicazione di pene risibili e non espiabili per le lesioni gravi e gravissime fino al coma irreversibile.Per i politici che ci rappresentano è giustificabile che una stessa condotta di guida trasgressiva venga punita se ad essa consegue la morte, e resti invece impunita se ad essa consegue una lesione grave o gravissima fino al coma irreversibile? Per NOI familiari delle vittime e vittime sopravvissute, NO!!! Si riscontrano, infine, le misure positive dell’aggravante della fuga, della revoca della patente, e poi l’arresto obbligatorio in flagranza per l’omicidio, e facoltativo per le lesioni gravi e gravissime.
Occorreva maggiore coerenza e coraggio nei nostri decisori per poter dire che il tempo dell’impunità fosse veramente finito. E invece si è creato solo uno spiraglio pasticciato, pur sempre utile in un itinerario di riforma, poiché ci auguriamo che faccia seriamente riflettere i nostri rappresentanti politici per spingerli verso ulteriori proposte di cambiamento, declinato non su interessi di partito ma sui bisogni della vita reale e di sviluppo della civiltà. Abbiamo urgente bisogno di risposte anche a livello organizzativo, perché la lentezza dei processi rischia di ostacolare la riforma. Occorrono corsie preferenziali e sezioni specializzate nei Tribunali per la trattazione dei processi con le nuove norme penali e per il risarcimento dei danni alle vittime della strada, alle quali debbono essere garantiti diritti, assistenza e protezione previsti  dalla direttiva europea che chiama gli Stati membri a conformarsi ad essa entro il 16 novembre 2015. I politici si stanno adoperando perché l’Italia sia pronta?
31/10/2015
Presidente Giuseppa Cassaniti 

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